Si tratta di una malattia molto rara: in Italia il Ministero della Salute stima 2,8 casi su 100.000
pazienti e complessivamente oggi nel mondo sono stati diagnosticati 573 casi su circa 35 milioni
di protesi mammarie impiantate; pertanto il rischio si rivela molto basso se paragonato al numero
di protesi impiantate nel mondo nel corso degli ultimi decenni. Anche la recente conferenza
mondiale sull’argomento( “1st World Consensus Conference on BIA-ALCL” 6 ottobre 2019) ha
confermato queste cifre. Si è evidenziata un’incidenza simile in Europa e negli Stati Uniti, una
maggiore frequenza è stata riscontrata in Australia; a questo riguardo sono in corso ricerche sui
diversi profili genetici dei soggetti coinvolti. Inoltre si tratta di una patologia linfoproliferativa con
andamento clinico differente rispetto ai più comuni linfomi; la prognosi è generalmente favorevole
quando associata a una diagnosi precoce. Pertanto è utile ed indispensabile sottoporsi ai controlli
delle protesi mammarie ogni anno, così come già raccomandato dal chirurgo di riferimento. I
controlli vanno mantenuti costanti negli anni, perché questa patologia compare più spesso a lunga
distanza dall’intervento, anche dopo 7-8 anni, pertanto è importante non dimenticare mai di
effettuare i controlli previsti per tutta la vita.